mercoledì 25 luglio 2007

PAOLO BORSELLINO:UN MAGISTRATO DA RICORDARE,STIMARE,IMITARE,DA NON DIMENTICARE!

- IDEALI DA SEGUIRE,SOSTENERE -

GIOVEDI SCORSO,a Palazzo Madama si è ricordato l'anniversario della strage di via d'Amelio,a Palermo,dove nel luglio del '92 venne fatta saltare in aria la macchina in cui erano Paolo Borsellino e la sua scorta.Vorrei riportare qui,per i lettori di questo blog,uno stralcio delle interviste che amo di più tra quelle dedicate alla ricostruzione di quei fatti.Comincio proprio da quella di ANTONINO CAPONNETTO,un magistrato forte,coerente,colui che seguendo la strategia studiata da GIANCARLO CASELLI per la lotta al TERRORISMO delle BRIGATE ROSSE,realizzò un POOL di MAGISTRATI ANTIMAFIA,nel quale i più attivi furono GIOVANNI FALCONE e PAOLO BORSELLINO,con lo scopo di occuparsi a tempo pieno della lotta alla mafia:"Borsellino mi stava accompagnando all'aeroporto,dopo i funerali di Giovanni Falcone,insieme con il figlio Manfredi,e prima che andassi all'imbarco ci salutammo.Gli dissi:"Allora,Paolo,arrivederci presto!"non è facile descrivere,e dimenticare,lo sguardo che mi dette.Già sapeva di essere nel mirino:"Ma sei sicuro che ci rivedremo?"cercai di mascherare il mio turbamento con un tono scherzoso.Mi abbracciò,ma con una forza che mi fece male:mi strinse - non se ne rendeva conto - come se non volesse più distaccarsi,come avvinto a qualcuno di caro,che non voleva perdere.ALLORA HO SENTITO CHE ERA IL SUO ADDIO".Un'altra intervista alla quale tengo molto perchè mi ferisce sentirla è quella di RITA BORSELLINO,sorella dell'amatissimo fratello:"Paolo parlava della sua morte con grande naturalezza,per lui era quasi un fatto scontato.Paolo non diceva"Se mi ammazzeranno",diceva"Quando un giorno mi ammazzeranno".Era così che Lui e Giovanni parlavano del suo futuro.Dopo queste morti,tante parole,tante celebrazioni,tanti ricordi anche da parte di quanti,durante la loro vita non avevano parlato di Paolo e di Giovanni in termini lusinghieri!Ora,Paolo e Giovanni sono per tutti degli eroi:io non accetto questo termine,che non piacerebbe neppure a loro.Io dico che Paolo e Giovanni erano gli eroi della normalità,gli eroi di ogni giorno,perchè ci vuole grande eroismo per questo!Sì,per questo forse sì!E' una cosa triste,ma io credo che Paolo e Giovanni lavorassero proprio perchè la normalità non avesse bisogno di eroi".Le sue parole cosìdolci,dolenti,consapevoli del magno lavoro svolto dal fratello mi feriscono perchè pronunciate a scopo di strumentalizzare il sacrificio del fratello per il suo operato per onorificare la propria campagna elettorale.Paolo Borsellino aveva una grandissima passione per il diritto penale,ed è proprio per questo che amava garantire quanta più sicurezza pubblica per assicurare il bene supremo della nostra società.Questa sua passione lo spinse a sacrificare la propria vita lottando contro la mafia e implicitamente contro il terrorismo delle brigate rosse;queste ultime sostenute dalla sinistra radicale negli anni '80,coloro che nelle scorse elezioni regionali hanno sostenuto insieme alla sinistra riformista la sorella Rita Borsellino,pronta a farsi leva sull'amato fratello durante la campagna elettorale appoggiata da chi non la pensa e pensava come lui.Dal lavoro di quegli uomini coraggiosi,e dal loro sacrificio,scaturì una sequela di pentimenti.Un nuovo coraggio,una maggiore fiducia nello Stato,forse un soprassalto di orrore per quanto era appena successo indussero una quantità di uomini,non solo della manovalanza,a collaborare con la giustizia.Storiche le interviste a due dei tanti pentiti:Antonio Calderone,che adesso vive in America ed ha il volto rifatto ed un altro nome e Vincenzo Scarantino,condannato a 18 anni di carcere perchè uno dei complici della strage di via d'Amelio.Dalle loro parole si nota l'attuale stima verso Paolo e Giovanni,coloro che hanno costretto COSA NOSTRA a cambiare.
PAOLO BORSELLINO nacque a PALERMO IL 19 gennaio del '40,nel '59 si iscrisse al FUAN (Fronte Universitario Azione Nazionale),un organizzazione giovanile del MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO,di cui rappresentava il ramo studentesco universitario,l'attuale AU(Azione Universitaria),ispirata ai principi ed ai programmi di ALLEANZA NAZIONALE.Fu magistrato ed uno dei padri della lotta alla mafia con lo storico maxiprocesso ed implicitamente al terrorismo delle brigate rosse con una serie di pareri dati a dei suoi colleghi magistrati impegnati su questo fronte.Morì con un attentato della mafia in via d'Amelio il 19 luglio del 1992 a Palermo,con la stessa sorte dell'amico-collega GIOVANNI FALCONE,(PALERMO 18 maggio 1939 - CAPACI 23 maggio 1992).
SALVATORE TROVATO
"Chi ha paura muore tutti i giorni,chi non ne ha una sola volta"
PAOLO BORSELLINO

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