venerdì 28 settembre 2007

IN MARCIA PER LA LIBERTA'


Da qualche giorno è scoppiata la crisi a Myanmar.Dal 17 settembre le massime autorità morali,i monaci buddisti,stanno marciando contro la dittatura militare che nell’ex Birmania dura ormai da quasi mezzo secolo,mettendo in ginocchio il paese,tra l’altro,con l’aumento eccessivo dei prezzi di molti beni primari.Non c’è democrazia,non c’è dialogo,non c’è libertà.E’ inaccettabile vedere nel 2007 popoli privati delle più elementari libertà,quali quelle d’espressione e di dissenso.Europa e Stati Uniti si sono già mosse convocando il Consiglio di Sicurezza dell’ONU per formalizzare delle sanzioni,ma l’iter appare bloccato dal veto imposto dalla Cina e dalla Russia,ambigue in tal senso.Le due nazioni infatti intrattengono rapporti economici con Myanmar,per cui si sono guardate bene dal farsi promotrici di eventuali embarghi.
Il Presidente della Francia Nicolas Sarkozy ha reagito dicendo che la Francia non resterà a guardare l’oppressione che imbavaglia l’opposizione politica del paese e la libertà di un popolo.
In Birmania da giorni è in atto la repressione governativa da parte del potere dittatoriale,in cui sono rimasti uccisi diversi monaci e diversi giornalisti,colpiti per aver espresso le proprie idee.Il corteo pacifico (questo è PACIFISMO),al quale ha preso parte molta gente comune,si è fermato davanti all’abitazione del premio nobel per la pace nonché leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, arrestata nei giorni scorsi. Attualmente il Consiglio di Sicurezza ha deciso che verrà inviato un rappresentante del segretario generale dell'ONU,Ibrahim Gambari,per incontrare il governo militare e l'opposizione e decidere sul da farsi in una situazione alquanto delicata.
Monitoriamo gli eventi.Nell’attesa,esprimiamo la più sincera solidarietà agli oppressi del Myanmar,un fiume umano di centinaia di migliaia di persone che marcia pacificamente per chiedere la libertà,la marcia della non-violenza,come insegnatoci dal mahatma Gandhi.Confidiamo nella comunità internazionale e sulla sua unità d’intenti,per ridare serenità a questo paese funestato.

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